I libri di Flavio Tamiro, nella collana editoriale SenzaBarcode. A novembre 2021 con CTL Editore Livorno.

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Cosa c’è di meglio la notte, quando non si dorme, di bloggare se stessi costruendo un diario personale dei sogni? Un diario da raccontare innanzitutto al nostro ego solitario e insonne, capace di costipare i nostri turbamenti nel silo della creazione demiurgica, dunque riordinarli in un costrutto lucido  e coerente, diventando artefici del vespero della nostra esistenza interiore.

Prendiamo il numero mille, esso rappresenta l’aiuto divino nella sua forma universale, la realizzazione di tutti i  desideri rimasti tali. Attraverso di esso conosceremo i nomi dei nostri fantasmi, rivedremo vecchie storie da un’angolazione tutta nuova, esploreremo gli universi paralleli che la scienza non sa raggiungere, vivremo due presenti contemporaneamente, uno in essere e l’altro in divenire.

Il mille è la misura angolare dell’angelo rivelatore di verità insospettate. Incontreremo elfi che ci condurranno nell’aldilà, nazisti che non avranno dichiarato alcuna guerra, donne che hanno trovato la strada del successo solo con le proprie forze, guerrieri da tavolo i quali rinunceranno alla battaglia per sempre, mafie che si annienteranno a vicenda, api che non pungono e sono simpatiche e gentili, popoli lontani che ci amano da sempre, virus letali sconfitti inesorabilmente, bambini che non avranno più paura del buio, e tanto altro. Mille lemmi di notte è una storia davvero fantastica!

BIO: Flavio Tamiro

Nato a Genova 61 anni fa, ci sono rimasto per i primi sette anni della mia travagliata esistenza. Mi ritrovai poi a Monza che ero ancora un bambino, in un condominio finalmente dotato di giardino e cortile comune, dove era possibile giocare con i coetanei e pedalare sulla bicicletta. Dopo due anni fu il turno di Bari. La scuola media era prossima al condominio dove abitavo, mentre la scuola elementare era più distante, ma nemmeno troppo.

A Bari giocavo spesso a calcio cogli amici e si effettuavano anche delle interessanti scorribande, non sempre approvate dai rustici proprietari dei campi coltivati. Ora mi attendeva la città eterna con le sue burbe e la sua bella campagna ricca di corsi d’acqua e frutteti. La scuola, nell’Urbe, s’è rivelata un ectoplasma inconsistente, un’opportunità di conoscere la vita “motu proprio”, di essere rispettoso degli uccelli perché volano alti e crudele con i pesci poiché bassi e silenti.

Quello che è successo dopo non è mai esistito.

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